mercoledì, febbraio 22, 2017

Tre poesie di Pierre Reverdy

La lampada

Il vento nero che torceva i tendaggi non poteva
Sollevare i fogli né spegnere la lampada.
Sembrava che qualcuno otesse entrare in una corrente di polvere.
Tra la porta aperta e la finestra
Che batte – nessuno
Eppure sulla tavola
Scossa un bagliore si agita in questa stanza vuota.


*

Il salvatore della realtá

Camminava su un piede senza sapere dove avrebbe posata l'altro, Alla svolta della strada il vento spazzava via la polvere e la sua bocca avida inghiottiva tutto lo spazio.
Si mise a correre sperando di prendere il volo da un momento all'altro, ma al bordo del ruscello il selciato era umido e le su braccia che battevano l'aria non poterono trattenerlo. Nella sua caduta comprese che era piú pesante del sogno che lo animava e amó, in seguito, il peso che l'aveva fatto cadere.

*

Il temporale

La finestra
Un buco vivo in cui urta il fulmine
Pieno di impazienza
Il rumore ha oltrepassato il silenzio
Non si capisce piú se è notte
La casa trema
Che mistero
Tacerá la voce che canta
Eravamo piú vicini
Di sotto
Chi cerca
Piú grande di quello che cerca
Tutto qua
Suolo
Sotto il chelo aperto
Scisso
Un fulmine a cui il fiato è restato

Sospeso.

Trad. genseki

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