sabato, novembre 29, 2014

Autunno IV l'ossequioso

Come un uomo di colore l'autunno segue le sue inclinazioni
Un flauto contempla dai fori dell'orizzonte
Tutta la madre che rimane dentro
Ecco il fiume che si dimentica a due dita dalla riva
E un po' piú in lá
La pioggia che separa le colombe dal vento

La pioggia registra i giorni fino al fondo degli occhi
Che vanno alla velocitá dei ritmi conosciuti
La pioggia mentre piove in tutte le orechie
E guai a chi come un piano non si merde le labbra

Qui alle piante dell'occaso
La citta si stira e brucia dai quattro lati

Un abitante germoglia da un tratto all'altro
La sua bara cresce nella misura in cui ti allontani dal mio petto
Descrivendo un circolo istintivo

Ma all'ora in cui il cinema scende  gli scalini di marmo
Che conducono al fondo ogni spettatore
Il livello del silenzio oscilla come un fiore
Fatto dell'oblío di un cestino di delicatezza

La luce su trascina tagliando le stoppie
Come la coda del cane che toglie la tristezza
E l'orizzonte si curva sotto il peso dei miei occhi

verde di mare o sopra tutto o nulla
Il bordo dell'abisso degli aratori cupi
Il dado tratto
Orizzonte orizzzonte - Per davvero?

Piove a perdita d'occhio selce del mio sguardo


Juan Larrea
Trad. genseki




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