lunedì, gennaio 17, 2011

Enrique Lihn

Di tutte le possibili disperazioni quella della morte deve essere...
Tra tutte le disperazioni possibili quella della morte sembra essere la peggiore
E con esse la paura della morte, testa o croce
Quando ormai si puó prevedere il giorno e l'ora
Vi è anche la sgradevole probabilitá che la paura della morte e la disperazione siano
Inseparabili come unghia e carne normalmente
Ricordo un amico di un'altra epoca che fuggiva di notte dalla sua casa e dall'ospedale
Con il salvancodotto che si concederebbe a un dannato nell'inferno
E piombava in casa di qualche amica che non corrispondeva al suo amore
de esigeva con gli argomenti propri della follia
Che lo accogliesse in casa come un ospite fisso
Mi sembra di vedere come alla fine di quste conversazioni impossibili
Era riportato alla sua tana dalla signora e dal suo coniuge
In silenzio asoluto, lui, lo gnomo dell'alba nella foresta nera
Di ritorno alla sua anticasa
O alll'aeroporto degli ospedali perché non perdesse il suo volo.

Fuori tempo
Il nostro entusiasmo infiammava quei giorni che scorrono
Tra moltitudini di giorni eguali.
La nostra debolezze codificava in essi
la nostra ultima speranza.
Pensavamo e il tempo che non avrebbe prezzo
Se en andava poveramente
E questi, sono, insomma, gli anni che verranno.

Proprio ora avremmo risolto tutto
Avevamo tutta la vita davanti.
La cosa migliore da fare era non aver fretta.

*

Se si deve scrivere correttamente poesiaNon basta sentirsi venir meno nel giardino
Sotto il peso combinato dell'anima o quel che l'è
E del celebre crepuscolo o quel che l'è.
Il cuore è povero di vocabolario.
Il suo labirinto: un gioco per ritardati
In cui fa ridere vederlo muoversi come un bue
Un lettore integrale di romanzi a fascicoli.
Fin dal momento in piglia il violino
Nemmeno fosse il valzer triste di Sibelius
Resta nella sala che va riempiendosi di tango.

Salo le dovute eccezioni le poetesse uruguayane
Confondono ancora la poesia con il ballo
In una morbosa sala da gioco,
Oppure la confondono con il sesso o la confondono con la morte.

Se si debe scrivere correttamente poesia
Bisogna comunque prendersela con calma.
Prima di tutto: sedersi a maturare.
L'odio prematuro per la letteratura
Puó servire per non passare da buliccio nell'esercito
Ma proprio Rimbaud
Che diede prova del suo odio fu topo di bibloteca,
E la sua gloriosa nausea venne da tanto rosicare.

Si gioca a scacchi
Con le parole per ululare.
Equilibrio instabile di inchiostro e sangue
Che devi mantenere da un verso all'altro
Sotto pena de romperti le scatole dell'anima.
Morte, follia e sogno son altrettanti pezzi
Di avorio o di corno o giu di li;
L'importante è spostarli nel giardino a quadretti
In modo che il pedone che balla con la regina
Non gli perdoni il minor passo falso.

Coloro che insistono nel chiamare le cose con il loro nome
Come se fossero chiare e semplicissime
Non fanno che coprirle di ornamenti.
Non le esprimono, girano intorno al dizionario,
Non usano il linguaggio,
Le chiamano per nome e loro rispondono ai loro nomi
ma si spogliano in luoghi oscuri.
Discorsi, orazioni, giochi da dopocena,
Tutte le cosucce che ci permettono di tirare avanti.

Se devi scrivere correttamente poesia
Non sarebbe male abbassare un po' il tono
Senza per questo cadere in un silenzio monolitico
Né decidersi per il mugugno.
È qualche cosa di simile a un pesce ciò che speriamo di pescare
Un tocco di vita, rapido, che si confonde con l'ombra
E non l'ombra vera e propria e neppure l'intero Leviatano.
È qualche cosa che vale la pena ricordare
Per una qualche ragione simile al nulla
Visto che non si tratta del nulla e neppure di tutto il Leviatano,
Non è precisamente una scarpa o una dentiera.

2 commenti:

Unknown ha detto...

ciao mi piacerebbe sapere ilo nome del traduttore e la raccolta da cui sono state tratte le poesie di lihn
grazie
carmelo

Pietro Cadelli ha detto...

Le traduzioni sono mie. Le originali in spagnolo le avevo copiate in un quaderno che adesso non ho qui con me. Appena lo trovo metto i titoli della o delle raccolte.
genseki (pietro cadelli)