venerdì, agosto 27, 2010

Memorie di Dreiser Cazzaniga


Dreiser Cazzaniga e la sembianza

Dreiser Cazzniga sempre ebbe in uggia ogni adesione a una forma codificata dell'essere persona nel mondo. Dreiser Cazzaniga detestava i ruoli e le parti che la societá sembra cosringere con dura necessitá noi tutti mortali a rivestire. Era un rifiuto il suo quasi istintivo, incosciente, potremmo dire, che precedeva qualsiasi considerazione e analisi intellettuale o filosofica.
La possibilitá che questo rifiuto potesse avere una sua dimensione filosofica, che potesse rispondere a ragioni piú profonde di quelle che sembravano mosse dai capricci dell'istinto, Dreiser Cazzaniga cominció a intuirla quando già le prime canizie gli innevarono il capo.
La prima forma riflessa che questo rifiuto prese in lui fu quella dell'umorismo:Dreiser Cazzaniga trovava immensamente ridicolo, che so, un professore che recitava la sua parte di professore con la perfezione consumata di un attore di mestiere in ogni momento della vita quotidiana o di un cattolico che recitava quella del cattolico, un cameriere quella del cameriere e così via,
In realtá gli pareva che ciascuno esagerasse la sua parte, en accentuasse en accentuasse, comicamente appunto i caratte più marcati, come per l'orrore di poter scoprire di non essere nulla, un frammento fangoso di coscienza sottratto per un momento infinitesimale al nulla.
Il terrore di essere così pateticamente comico, ridicolo, inerme di fronte al personaggio che di volta in volta gli si offriva di recitare spinse Dreiser Cazzaniga allo sforzo costante di apparire sempre altro da quello che era. Allo sforzo di controinterpretare, anche se è pur vero che per un periodo vergognosamente troppo lungo della sua breve vita accetta di dar vita alla maschera dell'estremista di sinistra.
Grazie alla sua curiosa parlata e alla foggia peregrina di vestire Dreises Cazzaniga riuscí a sembrare. Non fu piú quello che era, ma agli occhi dell'orribile borgehesia alpina e pedemontana sembró sempre qualcun'altro.
Dreiser Cazzaniga fu la sembianza dell'altro. Si rivestí dell'interinitá come di una lorica. Quando appariva in pubblico la prima frase che gli era rivolta era: “sembri un gaucho”, “un pittore del XIX secolo” , “un marinaio danese” e così via, Dreiser Cazzaniga sembrava quello che non era, l'altro che era possibile che fosse e cosí difendeva la sua libertá interiore di essere nel vuoto come il vuoto e difendendola la negava consegnandola inerme all'odio della piccola borghesia alpina e pedemontana.
Tra tutte le cose che Dreiser Cazzaniga sembrava sembrare quella che piú frequentemente sembrava era un ebreo.
Quante volte gli dissero; - sembri un ebreo! -
Dreiser Cazzaniga stava malissimo nella pelle dell'ebreo, ma l'ebreo era l'altro assoluto per la miserabile comunitá che lo circondava, l'oggetto più elementare dell'odio e del disprezzo.

A cura di genseki

1 commento:

maresa ha detto...

sono molto felice del ritorno di Dreiser!Maresa