martedì, maggio 18, 2010

Ricordo

Non cedettero nemmeno quando fu piú prossimo l'evento,
Il sogno, lo schianto, insomma il tormento del vecchio
Che non ci si raccapezzava più tra tutto quell'alloro sparso
Il parco soffritto la terracotta che sapeva di pomodoro
Del pomodoro della sua gioventú, succulento, denso, mestruale
Ogni mese finiva per scuoterlo un nuovo ricordo, un nuovo frutto
Un'erba che ricordava di aver salutato al margine di una cunetta
Erano tutte sue le escursioni di una volta
Novembre a capofitto cadendo sul mare dalle colline putride di nebbia
Il mosto, l'affitto di quelle quattro stanze che puzzavano d'umido
Di castagne stantie
E ancora piú indietro il cerchio rosso del gotto di vino
Sul tavolo di legno dell'osteria dove tutti cantavano l'internazionale
Cercando di non pensare alle biciclette che avevan lasciato nel cortile
All'odore del lubrificante al profumo del sapone potassico.
I rubinetti avevano sempre macchie di verderame
Le pareti dei cessi mappe magiche di continenti di muffa e crepe
Il quotidiano fragrante adempiva tutte quelle su povere funzioni
No non cedettero no fino allo schianto
Allo schiaffo
E tutte quelle uova rotte sul pavimento tra i trucioli di segatura rossa
Che perna
Per il vecchio
Nessuno avrebbe piú potuto toglierglielo: il ricordo.

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