sabato, marzo 27, 2010

Orfeo

Orfeo

Orfeo portava con sé l'odore delle cabine dei bagni
Odore di sudore, iodio, sale polpa putrida di legno, bucce di banana
Disseccate dal sole
Orfeo veniva con il suo bandoneon da lontane pampas
Con un poncio ovale, con la caffettiera in tasca
Con la tasca che sapeva di uova tostate nell'orzo
Orfeo suonava ovale e il mondo s'inclinava a spirale
Davanti al suo naso di emarginazione
Il suo naso negro indio il suo naso triste come le ande
Come le araucarie deportate tra i sambuchi
Delle brianze immemoriali di tutte le umide prealpi
Orfeo compartiva le sue bistecche con i suoi sogni di topolino affamato
Faceva due passi avanti un inchino un ipotesi una disgiuntiva
Nelle parentesi aperte tra due tacchi
Orfeo scioglieva i cani del pianto dalle feritoie lebbrose degli occhi
Quando ricordava Muchacha Minnehaha con la chioma caffelatte
A rivoli nella segala e le ditina dei piedi divaricate
A ogni spinta poderosa dei suoi lombi di allora
Il passo di orfeo, con le sue scarpe di vernice
Schiva l'ombra del tacco di un alto tacco
Evoca un tarlato anfiteatro e colpisce come un crotalo
La sistole di una smarrita solitudine.

genseki

Nessun commento: