mercoledì, gennaio 27, 2010

Eduard Bagrickij (1895-1934)

In tutta a sua struttura psicologica, nella sua percezione Bagrickij era un poeta nel senso piú alto della parola -con una splendida comprensione della forza poetica, con un amore appassionato per il verso sonoro.
Lidiia Ginzburg

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Benché giá famoso sulla scena degli albori della letteratura sovetica per la forza e la maestria de suoi versi vibranti e metaforici. in seguito alla morte prematura la vita e la poesia di Bagrickij furono converiti in una leggenda letteraria sovietica.
Tale leggenda venne poi consacrata dal primo congresso degli scrittori sovietici quello che codificó il realismo socialista come la ortodossia letteraria e artistica.

Le sue poesie furono materia per gli inni ufficiali e la legenda sovietica di Bagrickji finí per ridurre la sua poesia a un numero scelto e ridotto di poesie ideologiche.

Si dimenticó la sua critica all'oppressione burocratica e all'abbandono degli ideali egualitari.

Bagrickij fu insomma considerato soprattuto come l'autore di due opere: " la Giovane Pioniera" (1932) e "Il lamento di Opanas" (1926).

Diversamente da molti altri membri della prima generazione di poeti sovietici Bagrickij morí al culmine della sua carriera letteraria.

Egli era considerato come la figura principale del "Romanticismo Rivoluzionario Sovietico" e si lodava soprattutto il suo indistruttibile ottimismo sovietico nonostante la salute molto compromessa e il suo impiego dei temi clasici della poesia popolare ucraina e di quella russa. In effettii nella sua poesia sono forti gli influssi di Robert Burns e del poeta nazionale ucraino Taras Shevchenko ma anche quelli dei Poeti Maledetti, dei parnassiani e dei romantici tedeschi.

Valerii Kirpotin, capo del Dipartimento Letterario del Comitato Centrale e uno dei padri della dottrina del realismo socialista scrisse di Bagrickij che "egli era un romantico che, attraverso il canto e la parola si sforzó di esprimere la passione e il sogno della rivoluzione. La sua artiglieria poetica bombardava il vecchio mondo".


Viktor Shklovskii scrisse:

Uno strobscopio e un dosco rotante che al margine è perforato..

Il poeta contemla l mondo attraverso lo stroboscopio del suo cuore...
Bagrickij morí a trentasette anni. I suoi capelli erano tutti grigi. Centocinquanta scalini separavano la sua stanza dal mondo. Adorava il sole, il sud, l'anguria, gli uccelli, il mare, la prmavera e tra lui e il mondo c'erano centocinquanta scalini.
Nella sua stanza c'era un pesce; il pesce nuotava in acqua azzurra. Il pese nell'acqua azzurra fu l0ultimo frammento di vita che poté vedere dal suo giaciglio.

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