giovedì, settembre 10, 2009

Antonio Labriola

Quello che segue è un breve malinconico frammento di una lettera di Labriola a Spaventa, che riletto oggi, sembra permeato di un ottimsmo radicale e disincarnato.
Queste poche parole, confrontate con l'esperienza dell'oggi ci danno la misura della rapiditá e della profonditá della degradazione di una classe dirigente e di una intellettuale.
Che distanza tra questa concezione della politica e quello che oggi si conviene chiamare politica.

"Io mi domando sempre se in Italia c'è o non c'è una decina di persone che senta la responsabilitá dello Stato per farla finita con le vuote forme della libertá e per ristabilire la seietá della vita. Lo stato deve essere il domini dell'ottimo, e l'ottimo non nasce dal caso con buon pace del Darwin e de furfanti che si chiamano liberali".

A Labriola
Lettera a Spaventa.

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