martedì, maggio 05, 2009

Da Dio all'Io

In questa lettera giovanile di Schelling a Hegel il programma dell'idealismo espresso con noncurante stringatezza mostra subito il suo carattere mitologico e narrativo.
È il resoconto riassuntivo del viaggio da Dio all'Io. Ovvero Dio che si fa Io. E Io che ritorna Dio dpo aver attraversato la Valle della ragion pratica.
Dio e Io sono qui due volti dello stesso assoluto che come io è ancora piú lontano che come Dio.
Dio si spoglia della personalitá per diventare un Io assoluto, assolutamente impersonale
genseki



Schelling a Hegel

Lettera sull'immortalitá dell'anima e su Dio

Per noi, ormai non esistono piú i concetti ortodossi di Dio... Noi arriviamo molto oltre l'essere personale . Ecco sono andato trasformandomi in uno spinozista! Non stupirti! Preso saprai in che senso: per Spinoza il mondo (l'oggetto semplicemente opposto al soggetto) era tutto, per me è l'Io. La differenza piú propria tra la filosofia critica e la dogmatica m par risiedere nel fatto che quella conidera l'Io assoluto (ancora non condizionato da nessun oggetto) come punto di partenza, e questa, invece, l'oggetto asoluto avvero il Nn-Io. Quest'ultima, portata alle conseguenze estreme porta al sistema di Spinoza e la prima a quello di Kant. La filosofia debe partire dall'incondizionato. Ma allora sorge la domanda. Dove stanno le radici dell'incondizionato?, nell'Io o nel Non-Io. Una volta risolta questa domanda, tutto il resto si risolve da sé. Per me il principio supremo della filsofia è l'Io puro e assoluto, cioè l'Io in quanto è solo e soltanto Io non ancora condizionato dagli oggetti, ma posto dalla libertá. L'alfa e l'omega della filosofia è la libertá. L'Io assoluto comprende una sfera infinita dell'essere assoluto nella quale si formano sfere finite che si originano per limitazione della sfera assoluta per mezzo di un oggetto (sfere dell'esistere-filosofia teoretica). In queste sfere vi é pura condizionaltá e ció che è incondizionato produce contradizioni. Noi peró dobbiamo abbattere le barriere, cioé, dobbiamo passare dalla sfera finita a quella ininita (filosofia pratica). Questa, per tanto esige la distruzione della finitezza e in questo modo ci conduce al mondo soprasensibile. “ Ció che era impossibile per la ragione teoretica in quanto debilitata dall'oggetto, o fa la ragion pratica”. Solo che in questo mondo possiamo incontrare soltanto il nostro Io assoluto, dato che solo esso ha descritto la sfera infinita. Per noi non vi è altro mondo soprasensibile che quello dell'Io assoluto, l'Io in quanto ha annochilato tutto l'ambito del teoretico, e che la filosofia teoretica è = 0. La peronalitá sorge con l'unitá della coscienza. Ma la coscienza non è possibile senza oggetto; nonstante, per Dio, cioè per l'Io assoluto, non vi è nessun ogetto, perch'altrimenti non sarebbe piú assoluto. Conseguentemente non vi è un Dio personale, e la nostra masima aspirazione è la distruzione della nostra personalitá e il pasaggio alla sfera dell'essere che, tuttavia non sará mai posible. Da qui la conclusione che è possibile solo un avvicinamento pratico all'Assoluto e da li all'immortalitá.

Lettera di Schelling a Hegel del 4 Febbraio 1795
trad genseki

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