martedì, novembre 04, 2008

Gaspard de la nuit



Louis Bertrand


Il Muratore


Guardate questi bastioni, questi contrafforti: si direbbero costruiti per l'eternitá
Schiller
Guglielmo Tell


Il muratore Abraham Knupfer canta, la cazzuola in mano, tra le impalcature aeree, cosí in alto che leggendo i versi gotici del bordone egli ha sotto i piedi la chiesa dalle trenta arcate a sesto acuto e la cittá dalle trenta chiese.


Vede la tarasche di pietra vomitare l'acqua delle ardesie nell'abisso confuso delle gallerie, delle finestre, dei pinnacoli, dei pennacchi, delle torrette, dei tetti, delle torrette, dei muri che macchia d'un punto grigio l'ala distesa e immobile del falchetto.


Vede le fortificazioni intagliate come stelle, la cittadella che si abbuffa come una gallina in un mastello, i cortili dei palazzi ove il sole prosciuga le fontane e i chiostri dei monasteri ove l'ombra ruota attorno ai pilastri.


Le truppe imperiali sono alloggiate nei sobborghi. Laggiú un cavalleggero batte il tamburo. Abraham Knupfer distingue il suo tricorno con le cordelline di lana rossa, la coccarda attraversata da una spighetta e il codino trattenuto da un nastro.


E vede anche, la soldataglia che nel parco imbandierato con frasche enormi, su ampli prati smeraldini crivella a pallettoni d'archibugio un uccello di legno fissato alla punta
d'un albero di calendimaggio.


E la sera, quando la navata armoniosa della cattedrale dorme con le braccia crocifisse, dall'alto della scala vide un villaggio bruciato da uomini d'arme ardere come una cometa nel firmamento.


Trad. genseki

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