venerdì, settembre 05, 2008

Felissa

L'ultimo dei nostri autunni

L'ultimo dei nostri autunni
Fu ancora capace di agganciarci
Con fili sottili di perle
Filigrane di carpe
Davanti alle vetrine di legno
Delle botteghe dei ricordi
La tua mano era quella riflessa
Tra la colomba imbalsamata
E la torta di ricotta
La tua bocca, quella che non baciai
Nella luce azzurra della lampada
Che friggeva le mosche.

*

Felissa

Felissa era un angelo amaro
Custode della chiave dei pini
Custode della chiave delle conifere
E del mal di gola
Felissa e il suo scialletto nero
Gli occhi duri
Gli occhiali gialli
Felissa come le felci
Con iride a pastiglia valda
E fiato di eucalipto
Ricordo che mi parlave di San Biagio
Mentre con gli occhi cercavo le muscarie
Che sole mi avrebbero salvato
Dalla durezza dei suoi occhi giall
*

Nessun commento: