giovedì, marzo 22, 2007

Omaggio alle biciclette di Pechino




Era un fiume nero e grigio
Un serpente di polvere e fatica
Calde nubi di fiati
Sudori
Bambini come gomitoli di sporcizia e
Stanchezza
Nell'alveo dei grandi viali di pioppi
Nel profumo acido della primavera
Nel molle calore di agosto
E nel freddo fumoso dell'inverno
Era un fiume nero e grigio
Che cigolava, crepitava
Frusciava
Sotto il cielo altissimo
Punteggiato di aquiloni neri
Rotanti attorno a un asse inestimabile
Il Fiume delle Biciclette di Pechino.
Biciclette da trasporto pesante
Portavano acqua pacchi vetri
Verdura escrementi carne rossa penzolante ai lati
Foglie morte
Viluppi di fili metallici palle di vestiti
Giocattoli rotti scarpe e pneumatici
Biciclette ristoranti
Con fornelli ravioli e secchi di salsa di soya
Biciclette di mamme
Con un bambino che faceva i compiti
Era un fiume di povertá e coraggio
Il fiume delle biciclette di Pechino
Che mi trascinava da Xizhimen a Haidian
Come un atomo di carne esotica
Dissolto in un grande corpo affaticato
Dedicato ad uno sforzo senza fine.
Presto scompariranno
Le biciclette di Pechino
Le biciclette nere con le scritte rosse
Le ultime riposano ai lati delle strade
Agili ma invecchiate, eleganti ed ingenue
E io non so perché provo
nostalgia vergognosa
Di una povertá che si allontana.

genseki
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