lunedì, maggio 22, 2006

Congedo dall'Universo vegetale

Adesso lasciami andare

adesso lasciami andare
Scioglimi dall’abbraccio vegetale
Da questo adesso che si sforza ovunque
Da questa ora che afferra il trascorso
Lasciami solo
Solo per il piatto
Solo per la forchetta e per la sedia,
Per il bollire della caffettiera
Per alzarsi da letto e andare in bagno
Scegliere un libro
Oliare le catene
Stringere i denti
Stridere all’incrocio
Solido e solo
Come di potassio
Sciolto da ogni edera e verbena.

*

13/05/2006 20.55
genseki

*

Guardo il sofà

Guardo il sofà
Cosciente di sparire
Senza cercare l’ombra delle gambe
Che il sole delinea sulle piastrelle
Di marmo del soggiorno
La domanda è comunque
La stessa:
Tutto questo giustifica Beethoven
Dietro il filo spinato
I gommoni che odorano di vomito
La traccia amara di vino nei flutti
Un piede tranciato dall’elica
I capelli crespi?
Il quadro alla parete raffigura una piazza alberata
Che si estende su due continenti.
Uno è il mio.
L’altro del mio occhio.
A quale, infine, posso appartenere?

*

13/05/2006 20.55
genseki

*

Finita infine questa finitudine

Finita infine questa finitudine
Tra la crema e lo spazzolino
Tra il capello e la condanna
Del rasoio
Il riflesso dello specchio rotto
Appena
Posso ora posso
Mi insinuo nella crepa
Mi raddoppio
La seguo dove si fa gocciolio nero
E mi sento coronato
Di quercia:
Goccia dopo goccia
Il prezzemolo appassisce
Nel bicchiere
E finisco e finisce
La finitudine:
La sfera.
*
C’è un’altra domanda forse su Beethoven
Sullo spazio dell’erba
Sulla traccia?
Non conosco altro passo
Che il riflesso
Altro movimento che il coltello
O aggiustare le pieghe d’un vestito
Quando non c’è più polvere
All’altare.
*
Ala invoco
E mi ritrovo il becco
Il rostro l’artiglio
E forse il coccio
Gorgoglia l’orzo nel bricco di alluminio
Il muschio copre il rame
Il raggio e il volo
Alla finestra scende a squama
E stuolo.

*

13/05/2006 22.19
Genseki

*

Queste parole tracciano un perimetro

Queste parole tracciano un perimetro
Lo tracciano intorno a un vuoto
Bianco
Lo tracciano poco a poco
Bisogna naturalmente immaginarsi il vuoto
E non è facile e immaginarsi le parole unite
E l’inchiostro
E la ghiandola
Che lo secerne
E poi tutto il resto
E stare attenti ai tiri birboni
Che